lunedì, settembre 18, 2006

Retroazione

Ho appena letto un bellissimo post di Alberto sul tempo perso.
Sono un po' gelosa di quel tempo che ha condiviso con Mike, e di quello che ha trascorso da solo vagabondando per San Francisco. Per un attimo ho avuto paura che il tempo che passiamo insieme non sia altrettanto bello.
Uno psicologo mi liquiderebbe come narcisista, ma non è di questo che voglio parlare.
Ho pensato che è bastata questa idea negativa, questa specie di invidia, per farmi dimenticare tutto il tempo vitale e prezioso che passiamo insieme, la giornata di ieri, fino a quando mi ha riaccompagnato a casa la sera dopo la pioggia.
E' questo il potere che abbiamo, di dare un significato diverso, retroattivamente, al nostro tempo trascorso. Possiamo svilirlo, togliergli quella magia, e perderlo. Oppure possiamo tornare a contemplarlo, a ricordarlo, a riviverlo, e renderlo così unico.
Così voglio raccontare anche io una storia di tempo sospeso dopo un'arrampicata. Eravamo a Bassiano, con altri amici dell'arrampicata, e Alberto mi ha proposto di fare insieme un'ultima via. Non stavamo ancora insieme. E' andato su lui da primo, una bella via in continuità. E poi l'ho provata io da seconda. Poi, a terra tutti e due, abbiamo iniziato a raccogliere le nostre cose, lentamente. Ma gli altri erano giù da un pezzo e volevano andare. Io guardavo Alberto, che curava la sua corda e i suoi rinvii, e si vedeva che assaporava ogni passaggio di quella fine giornata. E mi sembrava di dover proteggere la sua lentezza, quella specie di silenzio e di contemplazione che viene dopo una giornata come quella.
Credo sia una dote rara quella di saper assaporare questi momenti di quiete, a cui possiamo tornare quando siamo persi nell'ansia.