martedì, ottobre 10, 2006

Il parco dei Daini

Sono giorni frementi, nonostante cerchi di sfoggiare una freddezza da british. Giovedì mattina ho gli orali della ssis e via via che passano i giorni ci tengo sempre di più. Penso che intraprendere una strada ce ne apra delle altre, a volte è più un pretesto che altro.
A pranzo ho mangiato una roba un po' pesante a base di salsiccia e poi mi sono buttata sul letto per la mia solita siesta. Sapevo che mi aspettavano sogni pesanti e infatti mi sono svegliata un po' bouleversée dopo un'ora e mezza.
Questa volta, invece che scaricarmi sul gatto, sono andata al parco. Col mio blocco di appunti di storia sotto il braccio e una sciarpa al collo, perché ieri dopo la mia lezione di yoga iyengar mi è venuto un torcicollo pazzesco.
Non è che al parco abbia trovato subito la quiete. Ho cambiato panchina perché avevo freddo, ma poi, per qualche decina di minuti, il sole ha battuto sul mio collo e mi sembra che mi abbia fatto bene. Intanto ripassavo le guerre di religione e la rivoluzione francese. Mi sentivo un po' come Tadej. Alice, la mamma, quest'estate ci raccontava che era un neonato che aveva bisogno di rumori intorno per rilassarsi e dormire. Al parco senti tanti rumori in lontananza, adolescenti in erba che giocano a calcio e urlano come matti e madri che ti dici che non sarai mai così. Io lo trovo rassicurante.
Al congresso di Vienna ho deciso di tornare a casa.

Mi sto interessando alla "Philosophy for children". E' una formazione che ti permette di usare la filosofia con i bambini delle elementari e delle medie, per sviluppare il dialogo, il confronto, il senso critico e la democrazia. E' attivo un corso all'università di Padova. Mi suona qualcosa di più serio e stimolante del counseling filosofico, che mi sa di una gran sola. Se qualcuno ne sapesse qualcosa di più, è il benvenuto.