giovedì, novembre 16, 2006

Una canzone per Sabina

Tra una ventina di minuti si entra nel nuovo giorno. Domani sarebbe stato il compleanno della mia amica Sabina, che invece non c'è più da tre anni, un luglio di tre anni fa se n'è andata in un incidente di moto. Un'esperienza nuova per me, nuova sulla pelle.
Ci eravamo salutate a Roma circa una settimana prima, in giro per negozi a via del Corso, e poi a casa sua, o meglio, dei suoi genitori che erano sempre in viaggio e le davano la sensazione di vivere da sola, anche a me che a volte mi trasferivo da lei. Così quella sera siamo arrivate fino a casa sua, io mi sono fatta una doccia e lei mi ha regalato un vestito arancione che non le piaceva più e che a me stava benissimo, quel pomeriggio mi ero appena comprata degli orecchini arancioni. Il suo letto al centro della stanza era il luogo di questi scambi, consigli, chiacchierate, sbuffi, risate, sbadigli. Siamo state un po' lì, mentre prima una poi l'altra ci vestivamo, e poi siamo andate a mangiare una pizza sotto casa. Era tutto così leggero quella sera, col sapore del caldo che si allevia e ti dà sollievo. Io avevo un lucidalabbra nuovo e lei nell'aprirlo ha rotto la molla, così in cambio mi ha regalato un campione di rossetto fucsia che aveva trovato su un giornale.
Avevamo scoperto da un po' un nostro modo di essere buffe. Ci piaceva stare insieme, ma non avevamo tante cose in comune. Era più qualcosa di rassicurante, come ci si immagina una relazione di lunga data. Una relazione in cui quando meno te lo aspetti scopri dei lati dell'altro che non avresti mai detto, che ti fanno ridere, che ti fanno ritrovare.
Mi manca non averla vicino, ma soprattutto che chi ora ho vicino non l'abbia conosciuta. Cerco a volte la vicinanza della sua famiglia, di sua sorella, di suo fratello, di sua madre. Ma c'è sempre qualcosa di strozzato, di trattenuto, mi sento di non avere il diritto di chiedere un po' di memoria, di storie, di foto.
E' una domanda senza risposta, ogni pensiero che si dirige a lei, ogni ricordo, ogni nostalgia. C'è solo la certezza di quanto è semplice stare bene assieme.