giovedì, aprile 12, 2007

Scimmie o persone?

Tra le tante discussioni intorno al bullismo nella scuola c'è chi celebra il diritto dei ragazzi di fare le scimmie. Viva le scimmie e la critica all'autorità verticale imposta dalla scuola e dai suoi gregari!
Di questo nei giorni di Pasqua abbiamo discusso con Alberto, lungo l'autostrada Roma-Pescara. Io, che ormai mi appresto a diventare un'insegnante di storia e filosofia nei licei, mi sento chiamata in causa, chi dice abbasso la scuola, che male c'è, viva la libertà d'espressione, giù il perbenismo. E mi sembrano queste parole e pensieri in libertà più che un'opinione argomentata di chi di scuola ne capisce qualcosa, perché la fa.
E questi non sono i giornalisti che cavalcano l'onda, né i filosofi diventati esperti di educazione. Ma per esempio noi della SSIS che abbiamo quest'occasione speciale di osservare che cosa succede nelle classi, durante le cinque ore di tirocinio quotidiano passate ai banchi, anche noi, a guardare e imparare qualcosa, non sappiamo ancora cosa.
Domanda: La scuola deve continuare a sanzionare comportamenti poco sociali nel senso del decoro pubblico o perché apertamente violenti?
Che senso ha, dice qualcuno, parlare di decoro pubblico, quando ognuno di noi vede i cartelloni pubblicitari che vengono affissi per strada, e che cosa c'è di più pubblico della strada? Per non parlare di quello che va in onda in tv.
Ho l'impressione che chi cavalca l'onda mediatica degli eccessi nella scuola, sia unendosi all'indignazione generalizzata, sia esprimendo solidarietà ai giovani (e chi sono poi questi Giovani?), giochi allo stesso gioco. Quello di perpetuare lo stato di minorità dei giovani italiani, quelli a cui la società continua a proporre stage non pagati perché tanto ci pensano mamma e papà.
La scuola in tutto questo continua a svolgere, tra molte contraddizioni e difficoltà, la sua funzione sociale, di istituzione pubblica, che ha il compito di trasformare un individuo in un cittadino, di mettere nel mondo e fuori dalla famiglia i ragazzi. Perché se fai la scimmia o lo striptease al lavoro ti prendono per scemo e ti licenziano.

La società in cui viviamo è un prodotto culturale, dove vigono certe regole e certe norme di comportamento, relative e storiche io credo, che l'individuo deve tuttavia imparare per entrarne a far parte. Ed è solo padroneggiando questo linguaggio e le regole del gioco che si è in grado di muovere una critica intelligente e se possibile costruttiva a questa stessa società.