giovedì, gennaio 17, 2008

Dimissioni con classe

Sono a casa con la febbre e leggo leggo leggo. Leggo della signora Mastella che cucina tanto bene, che va in visita dal sindaco di Ceppalonia, suo marito, in veste di presidentessa del Consiglio della regione Campania
Lei ricambiò compiendo a Ceppaloni il primo viaggio ufficiale da presidentessa, accolta dal marito ministro e sindaco del paesello sannita con la fascia tricolore: «Signor sindaco...», «Signora presidente...».
Sembra di spiare nelle fantasie sessuali di una coppia matura: facciamo che io mi travesto da presidentessa e tu da sindaco con la fascia tricolore, e ci diamo del lei, anzi del voi.

E poi leggo la lettera di dimissioni di Franca Rame dalla carica di senatrice, pubblicata a tutta pagina su Repubblica. Leggo la lettera, perché non se ne dà notizia altrove.
Scrive a proposito del Senato

A volte mi capita di pensare che una vena di follia serpeggi in quest’ambiente ovattato e impregnato di potere, di scontri e trame di dominio. L'agenda dei leader politici è dettata dalla sete spasmodica di visibilità, conquistata gareggiando in polemiche esasperate e strumentali, risse furibonde, sia in Parlamento che in televisione e su i media. E spesso lo spettacolo a cui si assiste non “onora” gli “Onorevoli”.
In Senato, che ho soprannominato “il frigorifero dei sentimenti” non ho trovato senso d’amicizia. Si parla... sì, è vero... ma in superficie. Se non sei all’interno di un partito è assai difficile guadagnarsi la “confidenza”. A volte ho la sensazione che nessuno sappia niente di nessuno... O meglio, diciamo che io so pochissimo di tutti.

Quanto è umana nel dire questo! Chi di noi non ha sofferto per il fatto di sentirsi escluso da un gruppo, non inserito, ignorato, o non si è lamentato per certi ambienti freddi, in cui nessuno ti chiede sinceramente 'come stai?'. Quanto è ovvio eppure quanto è inedito un simile richiamo all'umanità. E quanto la dice lunga sulla distanza tra gli italiani e i politici. Ieri Tremonti da Vespa diceva che gli italiani, soprattutto i piccoli, non ne possono più di questa ingerenza arbitraria della magistratura nella politica. Ma bastava leggere i primi esultanti commenti dei lettori su Repubblica alla notizia delle dimissioni di Mastella per vedere che era vero il contrario.

In Aula, quotidianamente, in entrambi gli schieramenti (meno a sinistra per via dei numeri risicati), vedi seggi vuoti con il duplicato della tessera da Senatore inserita nell’apposita fessura, con l’intestatario non presente: così risulti sul posto, anche se non voti e non ti vengono trattenuti 258 euro e 35 centesimi per la tua assenza, dando inoltre la possibilità ai “pianisti” di votare anche per te, falsando i risultati.
Questo comportamento in un Paese civile, dove le leggi vengono applicate e rispettate, si chiama “truffa”.

Parla anche di web

La vita del Senatore non è per niente comoda e facile per chi voglia partecipare seriamente ed attivamente ai lavori d’Aula. Oltre l’Aula ci sono le commissioni. Ne ho seguite quattro: Infanzia, Uranio impoverito, Lavori pubblici e comunicazione, Vigilanza Rai.
A volte te ne capitano tre contemporaneamente e devi essere presente ad ognuna o perché è necessario il numero legale o perché si deve votare.
E’ la pazzia organizzata!
Se queste riunioni si facessero via web si ridurrebbero i tempi e si potrebbe arrivare velocemente alle conclusioni, ma l'era del computer non ha ancora toccato i vertici dello Stato!

Dopo l'abbuffata di dichiarazioni, interviste e comunicati fa effetto leggere qualcosa di diverso. La senti subito l'onestà intellettuale, il rigore, l'intelligenza. A Franca Rame tutta la mia stima e solidarietà.