mercoledì, dicembre 07, 2005

Benvenuti a casa mia!

La cosa migliore che potevo fare in questa fine di dottorato quadriennale in filosofia, era aprire un blog.
Per bruciare sul tempo il momento in cui licenzierò la mia tesi, pronta e confezionata come un pacco-dono, la spedirò ai miei relatori e mi sentirò (finalmente) vuota.
Perchè aprire un blog è un po' come lasciare che il nostro ego scorazzi libero per i prati, facendoci dimenticare per un po' dubbi, paure e quel fastidioso senso di vuoto che ci assalgono non appena finisce qualcosa.
Perchè aprire un blog è un po' come prepararsi a dare una festa a casa propria. Sistemare le poltrone, disporre i fiori, lasciare "per caso" dei segni carini sparsi in giro per la casa. Pensare a noi stessi da qui a due ore, splendidi, sorridenti, senza pensieri, celebrati dalla nostra festa e dai nostri amici.
O almeno, questa è la forza che ci fa dimenticare l'ansia da prestazione, che ci convince ad aprire le porte della nostra casa e, in un certo senso, della nostra vita.
E per fortuna che c'è, questa sottile vanità che ci fa tornare bambini in cerca di attenzioni e di conferme. Perchè se non ci fosse, non avremmo mai aperto le porte della nostra casa per predisporci ad accogliere quell'imprevisto, che è il cuore di ogni festa: un estraneo, un forestiero, un imbucato, un amico di un amico, una persona nuova, bella o brutta, simpatica o noiosa, interessata o indifferente.
Quel nuovo che può trascinarci fuori dal nostro narcisismo non sarebbe mai entrato se non ci fossimo concessi di essere, per qualche ora, un po' 'vanesi'.