domenica, novembre 18, 2007

"Muore il Santa Maria della Pietà"

Una delle cose che mi piacciono di questo quartiere, Oldtower, periferia nord di Roma, è la vicinanza dell'ex-manicomio del Santa Maria della Pietà. Nato nel '500, fu il più grande manicomio di Europa, fino a quando non cominciò a cadere in rovina, dopo la legge Basaglia (ma credo che gli ultimi ricoverati siano stati dimessi nel 1999).

Ora è un bellissimo parco, decadente ma faticosamente tenuto in vita, con più di 30 padiglioni, molti ancora in stato di abbandono, alcuni recuperati e rimessi a posto.
In uno fanno yoga e aikido, in un altro il caffè solidale, in un altro ancora c'è la bilbioteca, l'archivio storico e il museo della mente (non l'ho ancora visitato, ma pare che sia una ricostruzione del manicomio, dove ci si rende conto di che cosa significasse entrare e non uscire più). Col museo alcune scuole di Roma, l'anno scorso, hanno fatto un progetto intitolato Diversi da chi?, per familiarizzare i giovani con la realtà del disagio e della salute mentale.

Ora sembra che l'università La Sapienza abbia comprato alcuni padiglioni e intenda trasferirci la nuova facoltà di scienze dell'educazione. La zona forse si rivaluterebbe, si animerebbe dal punto di vista culturale (magari aprirebbe qualche libreria).
Ma alcuni, quelli dell'associazione ex-lavanderia che da anni si battono per la tutela e la valorizzazione del Santa Maria della Pietà, credono che ci sia qualcosa che non va. L'associazione chissà che fine farebbe, ma non è quello il problema:

"Nuove reti, più moderne ed a norma di quelle abbattute del vecchio manicomio divideranno il Comprensorio ed il suo parco. Ogni soggetto sottoscrittore avrà il suo brandello e deciderà liberamente cosa farne. Automobilisti privilegiati attraversano ed attraverseranno l’ex parco botanico già trasformato in strade di scorrimento e parcheggi, fino a che nessun podista, nessuna mamma, nessun bambino, nessun ciclista avrà più il coraggio di passeggiarci".

In altre parole, verrebbe distrutto il sogno di Basaglia, quello di un manicomio aperto al pubblico, ai cittadini, al quartiere, ma non cancellato nella sua identità e unità storica, nella sua archeologia.

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